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La Tessitura
I tessuti di Valdipino
Una delle maggiori fonti di reddito della popolazione era la tessitura; qui si lavoravano la canapa e la lana, ai telai che ogni famiglia possedeva.
La canapa di Valdipino era rivalè per qualità con quella della Romagna e della Russia.
Nella seconda metà del 1700 le donne della valle crearono una tela di nome Budana; questa veniva ralizzata con un intreccio dritto con ordito di canapa e trama in cotone, alternato anc'esso con la canapa.
Questa stoffa veniva poi tinteggiata in blu ricavato dall'indaco; questo proveniva dalla città di Genova che lo importava dalle colonie in quanto sarebbe stato molto costoso produrro localmente.
Sino al 1900 i telai produssero oltre alla Budana, una mezzalana detta Bisogna; questa era composta per l'ordito di canapa e per la trama di canapa e lana.
In oltre facendo sposare come solo le donne della valle sapevano fare, il fustagno con armature diagonali, e il cotone color blu indaco si realizzò la tela del Jeans (quella che noi tutti oggi indossiamo).


Abbigliamento

L’abbigliamento degli uomini era composto da camicia, gilet, una fascia sulla vita, e calzoni chiusi con pattina.
Berretto di panno rosso e nero dove venivano conservate monete, pipa e tabacco.

L'abbigliamento femminile era invece molto più elaborato.
Camicia che in dialettosi chiama camisa, era di canapa che veniva filata e tessuta in paese.
Veniva allacciata allacciava con due pezzi di cordoncino bianco.
Attorno al collo vi era un largo collare di mussola bianca che in dialetto viene chiamato zabò.
La Gonna che chiamiamo gonèla era di canapa e cotone la Budana.
Questo tessuto veniva sottoposto a "scardassamento", (sfregato con un cardo secco fino a filamentare il cotone) per fargli avere un leggero strato lanuginoso.
Le gonne trattate in questa maniera erano preferite dalle giovani, erano più belle ma più deboli infatti le più anziane la indossavano senza questo trattamento.
Prive di tasche esterne ma con una tasca grande interna detta "Sachetto", non erano a strascico ma corte alal caviglia; infatti và detto che nel sedicesimo secolo le donne della Val di Vara furono state le prime ad accorciare le gonne.
Veniva poi indossato il busto che era in seta o in bbrocatello che veniva foderato con la canapa locale e rafforzato con "fili di scopa" disposti esternamente a mazzi.
Nella parte posteriore fissavano due piccoli cuscinetti dove fissare la gonna, il tutto era allacciato con nastri in seta.
Portavano lo scozà, il grembiule, di solito in listrà a righe bianche e blu orlato con fettucce bianche.
In testa invece la rete chiamata rèda conteneva i capelli, questa era finissima in seta ed era lavorata a maglie larghe.
Il tutto si impreziosiva con gioielli e medaglioni, questi ultimi raffiguranti per lo più immagini sacre, orechini, e un grosso spillone d'orato per fermare la rete e i capelli.

 

Al museo "Ubaldo Formentini" di La Spezia da dove abbiamo ricavato le notizie vi è esposto anche un abito delle donne di Valdipino.
Tuttavia si trovano ancora alcuni pezzi rari conservati con cura dalla popolazione.