L'edificio
del Santuario non presenta nulla di notevole all'esterno; dimensioni
abbastanza ampie: 25x13 linee regolari messe in risalto da lesene
o vaghi accenni di cornice, la cupola ben visibile da lontano, sfugge
un po’ per chi l'osserva da vicino, la facciata si estende
ampia senza alcun'ornamentazione. Sopra la porta d'ingresso è murata
una curiosa lastra di pietra sulla quale un artigiano locale ha sbozzato
la figura di un pino, evidentemente per celebrare la denominazione
della valle a cui appartiene il Santuario: Valdipino. Visi leggono
anche la data di costruzione della nuova Chiesa: 1701
Il Santuario è composto sostanzialmente di tre corpi architettonici che
s'integrano armoniosamente tra loro; appena varcata la soglia ci si trova in
una specie di avancorpo, occupato verso la parete esterna dal palco della cantoria
sul quale è sito l'organo.
Storia del Santuario Il
santuario Mariano, prende il nome di Agostina da un fatto prodigioso.
Il 10 Maggio 1531 Agostina Masaschi recatasi
in un suo bosco venne attirata da un bagliore proveniente
da un castagno. Avvicinatasi, vi trovò un quadretto raffigurante
la Vergine con il Bambino (vedi
immagini del quadretto).
Portò a
casa l'immagine, ma, il giorno dopo, la ritrovò nello
stesso punto della prima apparizione. Il fatto venne interpretato
come
un segno della
volontà della Madonna, che desiderava che in quel
luogo sorgesse una chiesa. In pochi mesi la popolazione costruì la
prima chiesa intorno alla pianta di castagno.
Notizie storiche certe
di questa chiesa si trovano su un documento notarile
dove si afferma che il sacerdote, Giovanni
Masaschi di
Valdipino, parroco di Santo Stefano di Panesi, della diocesi
di Genova, il 4 Agosto 1607 cedeva ai priori dell’oratorio di
San Michele a Valdipino, (interessante anche il suo portale)
il giuspatronato che la Masaschi e i suoi discendenti avevano sopra
la chiesa in forza di una bolla datata 1532.
Da questo stesso
atto risulta che la Masaschi donò alla chiesa il bosco. In un libro
del 1871, sito presso l’archivio pubblico di Genova, sono descritte
tutte le donazioni dei beni fatte al Santuario in quei tempi lontani.
Nel 1701, tanta era la devozione di spezzini e valligiani
che la prima chiesa si rivelò troppo piccola per accoglierli tutti, motivo
per il quale si pensò di edificarne una più grande, quella
che si vede tuttora. Papa Pio VI il 25 Maggio 1784 concede l’indulgenza
plenaria ai pellegrini che nel giorno dell’Ascensione saliranno
al santuario.
Un episodio scritto nei libri della chiesa afferma che
durante il periodo della rivolta contro gli Austriaci nel 1746, La
Spezia
fu occupata per molti mesi. Un gruppo di soldati Austriaci arrivò sino
a Casella, saccheggiando e devastando tutto quello che trovava
lungo il suo cammino. |
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In quella disperazione, la popolazione di La Spezia si rivolse
alla Madonna dell’Agostina per avere la protezione e elevò la
chiesa a suo santuario.Cacciati i soldati nemici, si fece una grande
processione di ringraziamento al santuario alla quale parteciparono
un’infinità di persone provenienti dalla città e
dalle valli limitrofe.
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