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Di fiore in fiore....
Escursione guidata fra piante e fiori di Serenella
a cura di Alberto Zattera
 
EUPHORBIA CHARACIAS
Famiglia delle euforbiacee
IDENTIKIT:
Nome italiano
Euforbia cespitosa

Nume en dialètu
Làciu

Aspetto
Altezza:
1,2-8 metri

cespitoso
Fiori:
interessante l’aspetto a bouquet verticale che contrasta con l’aroma sgradevole
Fioritura:
gennaio-aprile

Habitat
ruderi, luoghi aridi e sassosi

 

CARATTERI MORFOLOGICI
suffrutice alto fino a 1,2 mt con fusti cespitosi, eretti, privi di foglie verso la base, pubescenti. Anche le foglie sono pubescenti, verde-grigiastro, da lineari a oblanceolate, talvolta quasi obovate, intere, lunghe fino a 10 cm. Fiori: ciazi in ombrelle terminali formate da 10-20 raggi divisi dicotomicamente e recanti nei punti di ramificazione due brattee opposte, orbicolato-deltoide, concresciute alla base. Raggi isolati sono di norma presenti lungo il fusto, all’ascella delle foglie, per un certo tratto verso il basso. A causare l’aroma amarognolo e un po’ sgradevole che promana dall’infiorescenza sono i nettari di forma trapezoidale, rossobruni e vistosi. Come frutto produce un coccario di 5-7 mm con densa villosità e solchi intecarpellari profondi; semi ovoidali di ca 2 mm, grigio argentei.

ECOLOGIA
terreni aridi, scarpate, garighe, fabbricati fatiscenti.

U làciu ne te ‘n sorti de stirpàlu d’und’i nàsa, magari i t’antàna e rai?e ‘nt-ê fesadue de ‘na muàga e i t’areböta a?ka s’t-û tagi. U sö nume ‘g-ü déva au siéu tòsegu bià?ku ke la ghe ?brìna dau kùstu s’t-ü skòrsi e dàe foge esì. S’te gh’â ‘na feìda u làciu i bruza föa de moda. Au sû i s’aprénda. Da fanti se ghe zugava a fàa da mangàa ‘? ku?ìna e i se metéa da làte ‘nt-ï püñatìn.

Traduzione

l’euforbia non riesci a estirparla da dove nasce, magari ti infila le radici nelle crepe d’una muraglia e ributta anche se la tagli. Il suo nome lo deve al siero tossico bianco che fuoriesce dal fusto se lo incidi e anche dalle foglie. Se hai una ferita il siero brucia oltremodo. Al sole si rapprende. Da bambini ci si giocava a far da mangiare e si metteva nei pentolini come latte