Cinque
Terre è il nome di un frastagliato e suggestivo tratto
di costa della Riviera ligure di levante, situato in provincia
della
Spezia e compreso tra Punta Mesco e Punta di Montenero, nel
quale si trovano cinque borghi, ossia Monterosso,
Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Di questi,
Corniglia è
l'unico a non avere accesso diretto al mare, essendo situato
sulla cima di un promontorio. Rio Maggiore, Vernazza e Monterosso
sono comuni, mentre Manarola è frazione di Rio Maggiore
e Corniglia di Vernazza.
Le Cinque Terre sono una meta turistica amata dai turisti
italiani e stranieri. Il paesaggio urbano è perfettamente
ermonizzato con lo scenario naturalistico, che offre al visitatore
scogliere a picco su un mare color smeraldo, calette fatate
e sentieri romantici.
Origini
I borghi hanno origine antica, alcuni addirittura si fanno
risalire all'epoca romana. Nell'alto medioevo quasi tutti
furono legati alle dinastie che da Luni controllavano il
territorio
della
liguria
orientale, in seguito alla risistemazione del territorio
italiano da parte di Re Berengario II, alla fine del X secolo.
Conobbero un periodo di ripopolazione dopo l'anno 1000, in
seguito al diminuire degli attacchi saraceni lungo la costa
ligure.
Il parco
Nel 1999 è stato istituito il Parco Nazionale delle
Cinque Terre il cui territorio si estende dalla zona di Tramonti
nel comune della Spezia al comune di Levanto. Il parco ha
la particolarità di essere l'unico in Italia finalizzato
alla tutela di un ambiente antropizzato, uno degli scopi è infatti
la tutela dei terrazzamenti e dei muri a secco che li sorreggono.
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Curiosità |
Per via dell'afflusso turistico, particolarmente
forte nel periodo estivo, il numero degli abitanti delle
Cinque Terre moltiplica anche di 10 volte. Solo il Comune
di Monterosso è munito di depuratore. Nelle altre località
un sistema di tubature scarica i liquami delle case
ad
1-2
kilometri
dalla costa. La distanza dello scarico e le forti correnti
della zona sembrano sufficienti a preservare la qualità del
mare. |
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Corniglia è menzionata
in un passo del Decamerone di Boccaccio, esattamente
nella novella che narra le disavventure dell'abate di
Cluny: fatto prigionero e sofferente
di mal di stomaco, il prelato veniva curato dal suo stesso
carceriere con una medicina particolare: due fette di
pane bene arrostito, servite in una tovagliula bianchissima
ed
accompagnate da un buon
bicchiere di Vernaccia di Corniglia. |
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